Liberato del vizio dell'alcool

Una foto di Charles G. Finney

Una testimonianza del XIX secolo, che rispecchia una condizione di molti oggi e che anche oggi può avere un lieto fine come questa raccontata dal predicatore Charles G. Finney: la liberazione dall'alcolismo di Hyman Appleman.


Finney stava tenendo una riunione a Detroit.
Una sera, mentre stava entrando in chiesa, un uomo venne da lui e gli domandò: "Sei tu il Dottor Finney?".
Rivolgendosi di nuovo a lui quell’uomo disse : "Quando avrai terminato la riunione, questa sera, vuoi venire a casa con me e parlarmi della mia anima?".
"Con piacere. Aspettami", rispose Finney.
Entrando dentro, alcuni credenti lo fermarono: "Fratello Finney, che cosa voleva quell'uomo?".
"Egli voleva che io andassi a casa con lui".
"Non andarci!", dissero.
"Mi dispiace per voi, ma io gliel'ho promesso, e devo andare con lui", rispose Finney.


Quando la riunione terminò,  vidi l'uomo che mi stava aspettando; questi afferratomi per il braccio disse: "Vieni con me".
Camminammo tre o quattro blocchi, voltammo in una strada laterale e scesi per un vicolo, e alla seconda casa l'uomo si fermò, mise la mano nella sua tasca, tirò fuori una chiave, e, aprendo la porta, rivolto verso di me disse: "Predicatore,entra dentro!".
Entrai nella stanza.
C'era un tappeto sul pavimento, un caminetto, una scrivania, una sedia girevole, due poltrone e nient'altro. C'era anche una specie di sottile tabellone divisorio tutt'intorno alla stanza eccetto dove c'era il caminetto.

Mi voltai indietro e vidi che l'uomo aveva chiuso la porta, messo la mano nella sua tasca posteriore e tirato fuori una rivoltella.
"Io non intendo farti alcun male", disse, "voglio solo farti alcune domande: credi veramente quello che hai detto nel tuo sermone ieri sera, cioè che il sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato?".
"Si, Dio dice questo", risposi.

"Fratello Finney, la vedi questa rivoltella? 
Ha ucciso quattro persone: due di loro sono state uccise da me, due dal mio barista in una rissa nel mio saloon. 
C'è speranza per un uomo come me?".
Risposi ancora: "Il sangue di Gesù Cristo ti purifica da ogni peccato".

"Fratello Finney, un'altra domanda: nel retro di questo divisorio c'è un saloon. 
E' di mia proprietà, sia il saloon che tutto quello che c'è dentro. 
Noi vendiamo ogni tipo di liquore a chiunque viene dentro. 
Molte volte io ho preso l'ultimo centesimo dalla tasca di un uomo, facendo patire la fame a sua moglie e ai suoi figli. 
Molte volte delle donne sono venute da me con i loro neonati, supplicandomi di non vendere più nessuna bevanda alcolica ai loro mariti, ma io le ho cacciate fuori ed ho continuato con la vendita del whisky. 
C'è speranza per un uomo come me?".
Dissi: "Dio dice: il sangue di Gesù Cristo, suo Figliolo, ci purifica da ogni peccato".

L'uomo continuò: “Un'altra domanda, fratello Finney: nel retro di quest'altro divisorio c'è una sala da gioco d'azzardo, ed è disonesta come Satana stesso. 
Non c'è una ruota che non è truccata in tutto il posto, è tutto truccato e disonesto. 
Un uomo lascia il saloon con dei soldi rimastogli in tasca, e noi qua glieli portiamo via. 
Degli uomini sono usciti da questo posto pronti a commettere un suicidio, perché i loro soldi, e forse anche quelli datigli in custodia, erano tutti finiti. 
Dimmi: c'è qualche speranza per un uomo come me?".
"Dio dice: il sangue di Gesù Cristo (il suo Figliolo), ci purifica da ogni peccato" ripetei.

Un'altra domanda ancora e dopo ti lascerò andare: quando uscirai fuori da questo vicolo, voltati a destra verso la strada, guarda dall'altra parte della strada e la vedrai una casa di pietre marrone di due piani: è la mia casa, è di mia proprietà. 
La ci sono mia moglie e mia figlia di undici anni di nome Margaret. 
Tredici anni fa andai a New York per affari, incontrai una bella ragazza e le mentii. 
Le dissi che ero un agente di borsa, ed ella mi sposò. 
La portai qua, e quando ella scoprì i miei affari le si spezzò il cuore. 

Io ho reso la sua vita un inferno sulla questa Terra: spesso sono tornato a casa ubriaco, l'ho picchiata, ho abusato di lei, l'ho chiusa fuori di casa, ho reso la sua vita più miserabile di quella di qualsiasi bestia selvaggia. 
Un mese fa circa, di sera, rincasai, ancora una volta, ubriaco. 
Mia moglie in qualche maniera mi disturbò e io cominciai a picchiarla. 
Mia figlia si getto tra di noi; schiaffeggiai anche lei, la sbattei contro una stufa rovente. 
Il suo braccio si è bruciato dalla spalla al polso. 
Fratello Finney, c'è speranza per un uomo come me?".

Afferrai le spalle di quell'uomo, lo scossi e gli dissi: "Oh figliolo, che triste storia hai da raccontare! 
Ma Dio dice: il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato".
L'uomo disse: "Grazie, grazie tanto. Prega per me, domani sera verrò in chiesa".
Poi andai a casa a fare le mie faccende.
La mattina successiva, alle sette circa, l'uomo del saloon usci fuori dal suo ufficio ed attraversò la strada.
La sua cravatta era per traverso, la sua faccia era coperta di polvere, coperta di sudore e macchiata dalle lacrime, e dondolava come se fosse ubriaco.

Ma torniamo in quella stanza.
Egli aveva preso la sedia girevole e aveva sfasciato lo specchio, il caminetto, la scrivania e le altre sedie.
Aveva sfasciato il divisorio in ogni lato; ogni bottiglia, ogni barile, ogni banco e ogni specchio in quel saloon fu frantumato e rotto.
La segatura galleggiava alta fino alla caviglia in un terribile miscuglio di birra, gin, whisky e vino.
Nella sala del gioco d'azzardo i tavoli furono frantumati, i dadi e le carte da gioco erano nel caminetto a bruciare.

Poi andò dall'altro lato della strada barcollando, salì le scale di casa sua e si sedette pesantemente sulla sedia della sua stanza.
Sua moglie chiamò la piccola ragazza: "Maggie, corri al piano di sopra a dire a papà che la colazione è pronta".
La ragazza salì lentamente le scale e, mezza intimorita, stette in piedi sulla porta.
Disse: "Papà, la mamma ha detto che la colazione è pronta; ha detto di scendere".
"Maggie, tesoro, papà non vuole nessuna colazione", rispose il padre.

Quella piccola ragazza non camminò, volò giù per le scale: "Mamma, papà mi ha detto: Maggie, tesoro...".
"Maggie, tu non hai capito. Vai su di nuovo a dire a papà di scendere giù".
Maggie salì di nuovo al piano di sopra, questa volta, seguita da sua madre.
L'uomo alzò gli occhi, sentendo i passi della bambina, allargò le sue ginocchia e disse: "Maggie, vieni qua!".
Timidamente terrorizzata, e tremando, ella andò da lui.
Lui la alzò, la mise sulle sue ginocchia, strinse la sua faccia al petto della piccola e pianse.

La moglie che stava in piedi alla porta, non sapeva che cosa era successo.
Dopo qualche attimo l'uomo chiamò anche la moglie e la fece sedere sull'altro suo ginocchio, quindi gettò le sue grosse braccia attorno a quelle due anime, che egli amava, ma di cui aveva cosi spaventosamente abusato, abbassò la sua testa tra loro e pianse, singhiozzando fino a che la stanza quasi tremo per l'impatto della sua emozione.
Dopo alcuni minuti, egli controllandosi, guardò in faccia sua moglie e la sua bambina e disse: "Moglie, figlia, voi non avete più bisogno di avere paura di me: Dio, oggi, vi ha portato a casa un uomo nuovo, un nuovo papà".

La stessa sera quell'uomo, sua moglie e la bambina camminarono lungo il corridoio della chiesa, diedero il loro cuore a Cristo e si unirono all'assemblea.

Giuseppe

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