Giù la maschera!

Giù-la-maschera
I terroristi islamici commettono i loro atti sempre, o principalmente per motivo e scopo religioso?

Da quando sono iniziati gli attacchi terroristici contro l'Occidente e le sue rappresentative, abbiamo creduto che essi sono stati concepiti e realizzati a scopo religioso, che gli estremisti islamici considerassero i loro misfatti come parte della loro "guerra santa", la Jihad.

Ma è sempre stato così?
Gli attentati di "matrice islamica" sono stati sempre animati dalla devozione religiosa: dei promotori, dei sostenitori economici e dei realizzatori militanti?
Prendendo in considerazione anche gli ultimi casi di attentati avvenuti in vari parti dell'Europa e altrove, possiamo vedere una facciata da scopo religioso con un presunto "movimento" politico, anarchico-insurrezionalista islamico (le cosiddette Primavere arabe) che sembra manipolato dietro le quinte da menti fini con obbiettivi che superano quelle religiosi.

Negli attacchi terroristici "contro" l'Occidente, dall'inizio ad oggi, si è visto una graduale deviazione dal messaggio originale che si voleva presentare; come se il tempo ha smascherato (e sta smascherando ancora) il vero scopo di questi atti.
Anche in questi deplorevoli azioni viene applicata la regola psicologica dell'Adattamento graduale: si passa, gradualmente da un fattore (concetto, veduta, opinione, etc.) iniziale ad un altro, e alla fine ci si può trovare anche all'opposto dall'inizio.

Già dalle Torri Gemelle, oltre al fatto di attaccare e danneggiare l'intruso americano in Medio Oriente, si è voluto colpire nel cuore dell'economia americana, nel simbolo della gestione dell'economia mondiale.
Quindi, con uno sguardo all'indietro, negli attentati terroristici di "matrice islamica", vediamo un evolversi di un mix di religiosità, economia, politica ed altro.
Prima era velato, ma adesso si va delineando sempre più chiaramente lo scopo che sta dietro questi attacchi (o attentati).

Dunque le motivazioni religiose, in molti casi di attentati, sono una copertura per scopi diversi.
La copertura religiosa, invece, serve molto per gli "interni", cioè per i correligionari.
Vi è un indottrinamento della dottrina dell'Islam per gli islamici!
I primi ad essere influenzati da questo apparente ideologico religioso sono proprio loro, quelli che forniscono mano d'opera, l'humus locale, nel quale, essendo dello stesso composto, la falsa radice prende subito vigore.

Naturalmente questa copertura deve avere delle solide fondamenta, dei presupposti, proprio in quell'organo che per i musulmani (natura dei militanti) viene riconosciuta come massima autorità, cioè il Corano.
Avendo quello si è più che certi che tutta l'opera avrà i risultati sperati.

I risultati immediati li vediamo proprio nella militanza; quelli sugli "esterni" li vediamo anche bene.
Nella politica, nelle associazioni, nei circoli culturali islamici e cristiani, nelle moschee, nelle chiese, nell'uomo della strada del mondo occidentale si è radicalizzato ormai il concetto del fine religioso: vi è in corso una guerra tra Allah e il Dio dei cristiani (dell'Occidente), una moderna crociata, ma all'incontrario.
Ma, come le prime crociate avevano uno scopo economico, così è anche ora.
Tutto ruota attorno al denaro e il denaro fa girare tutti!

Naturalmente il potere mediatico (anch'esso gestito e controllato) contribuisce in questo.
I mass-media comuni riportano le notizie superficialmente, con una certa leggerezza che lascia trapelare proprio la volontà di manipolazione del pensiero: dobbiamo avere tutti quel specifico concetto su questi fatti, dobbiamo fare tutti la stessa valutazione, quella che vogliono loro, cioè quelli che l'hanno originata e quelli che ci vanno dietro.

Dal punto di vista religioso che risultato può avere la morte di centinaia di persone indifese e impreparate trucidate per mezzo di un camion?
O l'uccisione di giovani che trascorrono delle ore di svago o di festa in una discoteca o in un ristorante?
La distruzione delle Torri Gemelle ha portato più proseliti all'Islam di quanti ne aveva prima?
Le torture e le sevizie che hanno inflitto ai lavoratori - imprenditori (sottolineiamo: imprenditori) italiani in Bangladesh, prima di ucciderli, sono serviti per convertirli all'Islam?

Il colmo, poi, è che questi fantomatici osservanti seguaci dell'Islam non seguono neanche l'esempio del loro profeta, di colui che richiamano la memoria per giustificare le loro brutalità.
Maometto ai suoi oppositori iniziali dava la possibilità di essere risparmiati, proponendo prima la loro adesione alla nuova dottrina, come ha fatto con gli ebrei di Medina.

Se questi agiscono a scopo religioso perché non usano gli stessi metodi del loro defunto capo?
Hanno dato la possibilità di convertirsi all'Islam a quelli che lavoravano nelle Torri Gemelle, o a quelli che passeggiavano a Nizza...?
I teologi e le autorità religiose islamiche sicuramente queste cose li sanno, ma l'inghippo sta nell'uomo della strada, nel semplice "credente", che magari nella sua vita non ha letto il Corano neanche una volta e forse non è andato neanche a La Mecca.

I furbi ideatori e manipolatori giostrano sull'ignoranza e sui sentimenti di rivalsa e di insoddisfazione di ragazzi in cerca di un ideale, di qualcosa che li valorizza e li fa sentire degli eroi, proprio quello che non potranno mai realizzare con una vita tranquilla di musulmani semplici e indecisi.

La storia si ripete: la religione è un buon sostegno per arrivare ai propri scopi.
Il voler controllare o governare altri (poco o assai) è sempre stato un tarlo corrosivo nel cuore dell'uomo, a prescindere la religione, la cultura, la geografia e le origini storiche.

Giuseppe

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