Imitiamo Maria

Una riflessione di Nicola Scorsone. 

Maria, umile ragazza ebrea, condivideva la fede di Israele nelle promesse divine sulla venuta del Messia.
Scelta per dare alla luce il Messia, si rese subito conto di essere stata oggetto di una particolare grazia di Dio, a cui bisogna rispondere con il libero assenso di fede (Luca 1:26-33).
Perciò Maria è per noi esempio di fede, come Sara, Deborah, Rut e tante altre pie donne d’Israele, e l’Evangelo per la sua particolare chiamata, la chiama BEATA.
Portiamo dunque a Maria il medesimo rispetto che ebbe per lei l’angelo della annunciazione.

Maria umile ancella del Signore si riconobbe subito, povera è bisognosa della grazia divina, confermando ciò nel suo Magnificat: “Lo spirito mio esulta in Dio mio Salvatore” (Luca 1:47).
Per questo indicherà Cristo dicendo: “Fate tutto quello che Egli vi dirà” (Giovanni 2:5).
Poiché, giustamente, replicherà l’apostolo Pietro: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).
Sembrerebbe un contro senso, ma in un mondo sempre più mariano e meno cristiano, in cui si vuol fare di un’umile fanciulla di Nazareth una figura sempre meno umana e più divina, da sostituirla a Cristo come oggetto di fede, speranza e salvezza, noi seguiremo l’esempio di Maria, e Colui che ci ha indicato, Gesù.

A tal proposito S. Agostino, credendo al messaggio biblico e non alle tradizioni, dove dice che tutti siamo peccatori e bisognosi di salvezza (Romani 3:23-24), dirà: “Quando troverai uno che non è nato da Adamo, avrai trovato uno senza colpa”.
Per questo ci fu una lotta fra i Francescani che volevano Maria “Immacolata concezione”, e i Domenicani che, fondandosi sulla Bibbia, si opponevano.
Vinsero i primi, con l’imposizione autoritaria di Pio IX nel 1854.
Fu da lì che gradualmente Maria fu posta nell’altare più alto.
A tal proposito S. Ambrogio dirà: “ Maria era il tempio di Dio, non il Dio del tempio” (1Corinzi 3:16).
E ancora S. Agostino: “Santa e benedetta è Maria; però è meglio la Chiesa, perché Maria è una parte della Chiesa... ma il corpo intero vale più di un solo membro”.

Maria imparerà presto che i legami di sangue devono cedere il posto ai legami dello Spirito, infatti Gesù dirà: “Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?” e, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre»” (Matteo 12:49-50).
Contrariamente a questo, tradizioni e dogmi hanno spento la figura espressiva di Gesù, potenziando e dando rilievo alla figura espressiva di Sua madre.
Se Maria potrebbe constatare tutto ciò, ne sarebbe estremamente addolorata, perché: “La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all'Agnello”, grida la folla in Cielo (Apocalisse 7:10), e in questa folla c'è anche lei.
Vuoi tu imitare Maria che fu, umile sottomessa e ubbidiente? Ne va della tua salvezza eterna.

Giuseppe

1 commento:

  1. Imitare la sua modestia,la sua umiltà e quel silenzio pieno di dolore, che la rende grande a gli occhi degli uomini,non basta.. solo ammirarla è necessario riconoscerle il coraggio di sopportare l'egoismo degli uomini e la loro ignoranza.

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