Fede vera?


Meditazioni

Una Riflessione di Luca Pinna. 

Questa domanda l’ho posto alla mia coscienza diverse volte: la mia fede?
La qualità della mia osservanza religiosa.
Esatto, la propria qualità spirituale, è di questo che voglio parlare ed è proprio su questa riflessione che intendo soffermarmi.
Credo che ognuno di noi, anche soltanto per un attimo si sia soffermato a domandarsi se è davvero un buon cristiano e se davvero si considera un uomo di consolidata fede cristiana; se davvero sia stato “prescelto” a questa divina grazia.
Rabbrividisco, ad esempio, quando sento dichiarare nella maniera più semplice del mondo il proprio ateismo.
Nell’immediato, di fronte a certe affermazioni, la prima cosa che mi viene di fare è quella di pregare; pregare il Signore che doni loro un filo di speranza, uno spiraglio della Sua immensa luce, ma, inevitabilmente, subito dopo, mi domando, senza sapermi rispondere, il perché di tutto questo.
Si potrebbe immaginare che tali persone siano rigettate dai piani del Signore per una loro condotta abominevole, gente macchiata di colpe e peccati innominabili, invece ho scoperto che non è sempre così.

Nel corso della vita ho avuto modo di conoscere bene persone con animi candidi, capaci di gesti di impareggiabile umiltà e altissima umanità, gesti che io non sarei stato neppure capace di pensare. Ciononostante, sono persone che rimangono totalmente lontane dal Signore.
Impressionante! Tutto questo ha una logica?
Certamente no, certamente ci sarà chi sostiene che la fede non oltrepassa la morale umana, che non bisogna necessariamente averne per condurre una vita retta e senza macchia, far del bene senza fede, vivere bene lo stesso, osservando il rispetto delle cose e delle persone.
Ineccepibile sintesi.
E' vero, condurre un’esistenza rispettosa ed ordinata non prevede necessariamente l’obbligo di credere, ma per tutto quanto il resto?
Come poter ignorare allora la storia dei popoli sostenitori dalla fede, le grandi opere umane create nel nome del Signore, gli atti di grande amore per il prossimo in nome di Dio?
Dove si trova la forza di ignorare il quotidiano lavoro di milioni di persone perpetrato per millenni, in virtù di ciò che gli è stato insegnato tramite le sacre Scritture, beneficiando poi di una vita civile?
Alla luce di tutto questo, io continuo a credere, la voglia di sentire il Suo amore, è per me fonte essenziale di vita, e seppure non riuscissi a rispettare sempre tutto come Lui vorrebbe, sento indispensabile continuare a chiedere il Suo aiuto.
Il Suo sangue versato è ancora vivo nella mia mente, così come il suo profondo significato d’amore per i Suoi figli di cui sento farne parte.

Giuseppe

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